Prefazione
Il
tour, partendo dalla capitale N'djamena, si sviluppa
nella zona nord orientale del paese per arrivare
fino al massiccio dell'Ennedi e alla regione settentrionale
di Ounianga dove sono presenti numerosi laghi salati,
per un totale di 3.000 km.
Note
sul paese
Il
Tchad si trova nel cuore dell'area sahariana, si
estende tra l'ottavo e il venticinquesimo grado
di latitudine nord, è il quinto paese in
ordine di grandezza in Africa ed è circa
quattro volte l'Italia (1'285'000 km2);
confina con la Libia (a Nord), il Sudan (a Est),
la Repubblica Centroafricana (a Sud), il Camerun,
la Nigeria ed il Niger (a Ovest).
Con oltre 100 lingue diverse, trentacinque e più
etnie, tre confessioni principali, tre zone climatiche
ed una storia che affonda le radici nell'antichità,
la cultura del Tchad è ricca varia e complessa.
Tale complessità rende estremamente difficile
qualsiasi considerazione di carattere generale sulla
cultura della nazione, poiché ciò
che è importante per un determinato gruppo
etnico o una determinata regione può non
esserlo per altri.
A grandi linee, quindi, si può dividere il
paese in tre fasce climatiche: la prima, quella
settentrionale è di tipo desertico e predesertico
e quindi più spiccatamente sahariana, contraddistinta
dalla presenza di vasti sistemi montuosi ed estese
pianure sabbiose e ciottolose con gli erg dunari
di Djourab e Mourdi. Il massiccio montuoso del Tibesti
è collocato nella parte nord occidentale;
si distende per circa 100'000 km2 ed
è il più vasto di tutto il Sahara,
si tratta di un enorme apparato vulcanico formato
da giganteschi crateri e imponenti bastioni di arenaria,
basalti e lave di origine tarda mesozoica (circa
70 milioni di anni fa), che ha nel vulcano spento
Emi Koussi (3'415 m) in assoluto la cima più
alta del Sahara. L'Ennedi, meta del nostro viaggio,
è situato nella parte nord orientale ed è
un immenso altopiano arenaceo formatosi tra i 500
e i 300 milioni di anni fa nell'era del paleozoico;
con un'estensione di circa 60'000 km2
(grande quanto la Svizzera), ha nel Monte Basso
(1'450 m) il suo punto più elevato.
Caratteristica dell'Ennedi sono le sue bizzarre
costruzioni naturali di arenaria (tipiche del plateau
tassiliano), intervallate da profonde gole contenenti
molto spesso fresche e limpide "guelte". Qui è
presente un clima tipicamente sahariano, caratterizzato
da scarse precipitazioni (inferiori a 200 mm annui)
concentrate nei mesi estivi e grandi sbalzi di temperatura
tra giorno e notte e tra la stagione estive e quell'invernale.
Queste zone desertiche offrono solamente una rara
vegetazione stagionale da steppa, con piante spinose
come il cram-cram e qualche palmizio, presente soprattutto
nella zona dei laghi salati. A differenza di tutte
le altre aree sahariane, quella dell'Ennedi è
considerata un biotopo di tipo "sudanese"; di fatto
la possiamo considerare una sfumatura ambientale
tra il deserto più arido e la savana. La
forma delle valli, la posizione geografica e la
falda freatica dei numerosi fiumi secchi (in grado
però di trasformarsi in torrenti impetuosi
alle prime piogge) fanno sì che la vegetazione
al suolo impedisca eccessivi fenomeni di evaporazione,
mantenendo così condizioni di vita particolari
per uomini, piante e animali.
La fascia centrale ha un clima più spiccatamente
saheliano caratterizzato dalla presenza del lago
Tchad, che ne condiziona fortemente l'ambiente,
e dalla regione montuosa orientale del Waddai. Il
lago Tchad (il cui emissario è il fiume Chari,
alimentato a sua volta dal fiume Logone) è
il più grande bacino d'acqua situato nell'Africa
centrale, importantissimo per l'economia agro-pastorale
del paese e che minaccia di scomparire a causa della
scarsità delle precipitazioni, la forte evaporazione
ma soprattutto a causa dell'incuria dell'uomo. Dal
1960 ad oggi il lago ha perso circa il 90 per cento
della sua estensione, di questo passo gli scienziati
che stanno studiando le conseguenze dell'effetto
serra sui principali laghi del pianeta avvertono
che entro qualche decennio potrebbe sparire per
sempre tra le sabbie. Prospettiva catastrofica;
lo spettro della fame e di spaventose migrazioni
forzate dovute all'agonia del lago Tchad, potrebbero
essere il preludio ad un disastro ambientale ed
umano di proporzioni spaventose.
Il clima di tipo saheliano presente nella zona della
capitale e del lago Tchad, presenta una stagione
secca che dura 7 - 8 mesi, mentre nei restanti si
hanno delle precipitazioni che variano tra i 500
- 900 mm; la vegetazione è caratterizzata
da una steppa spinosa con acacie, alberi della gomma
e palme doum. Le coltivazioni sono localizzate nelle
depressioni più umide e lungo gli oued; in
questa regione però l'allevamento è
l'attività dominante.Subito a nord del lago
Tchad, il clima sahelo - sahariano impone condizioni
predesertiche con piogge scarse ed irregolari (200
- 500 mm annui) ed una stagione secca che dura almeno
nove mesi.
Il sahel divenne tristemente famoso al mondo intero
agli inizi degli anni settanta a causa di una terribile
siccità, durante la quale morirono per fame
migliaia di persone e intere mandrie di bestiame.
Nella fascia meridionale, la zona saheliana si arricchisce
di vegetazione e degrada progressivamente verso
le savane tipiche dell'Africa subtropicale. La stagione
delle piogge ha una durata di 6 - 7 mesi, con precipitazioni
annue che variano dai 900 ai 1'200 mm; qui è
presente una savana alberata di karitè, ronier
e tamarindi. Si tratta della regione agricola più
ricca, con colture di tipo sudanese come cotone,
arachidi, sesamo, riso, miglio e verdure.
Il Tchad, che ha come capitale N'Djamena (fino al
1973 si chiamava Fort Lamy) è un ex colonia
francese ed è una repubblica indipendente
dal 1960; attualmente il presidente è Idriss
Deby (di etnia Zagawa), che nel 1990 ha deposto
con la forza Hissène Hibrè. Nello
stesso anno la repubblica del Tchad ha iniziato
un lento processo di democratizzazione, che dopo
30 anni dall'indipendenza, caratterizzati da continui
colpi di stato e guerre civili, ha portato alle
elezioni presidenziali del 1996 e a quelle legislative
del 1997.
Nel paese sono presenti numerose etnie, che sovente
danno segni di insofferenza e irrequietezza nei
confronti del governo centrale. Nel 1998 si sono
verificate nella regione del Tibesti atti di banditismo,
ed una ribellione capeggiata da un ex ministro del
governo in carica che qui si era rifugiato; è
da allora che questa zona è rimasta isolata
agli occhi degli irriducibili amanti del deserto.
Le ultime notizie in nostro possesso riferiscono
di una tregua raggiunta con i ribelli nel febbraio
del 2002, che dovrebbe finalmente portare un po
di pace in questa regione, permettendo così
la ripresa del turismo, previa una nuova mappatura
delle zone minate, in un'area tra le più
isolate ed affascinanti del Sahara.
Anche nella regione dell'Ennedi sono presenti talvolta
atti di guerriglia; a tutt'oggi è interdetta
ai turisti l'altipiano di Niola Doa (in lingua locale
significa "la valle delle fanciulle") nella zona
nord orientale del massiccio, dove oltre ai numerosi
e pregevoli siti pittorici, si trovano enormi, strane
e altamente artistiche incisioni rupestri di fanciulle
danzanti di rara ed eccezionale bellezza, veramente
uniche nel loro genere.
Un viaggio in Tchad, presenta numerose difficoltà
oltre a quelle dovute ad atti di ribellione e banditismo.
Al di fuori della capitale c'è una totale
assenza di strutture ricettive, le grandi distanze,
la completa assenza di una rete stradale seppur
rudimentale, l'approvvigionamento di acqua, viveri
e carburante per i mezzi fuoristrada, sono alcuni
tra i vari ostacoli da fronteggiare.
Si comprende, che per affrontare con tranquillità
e sicurezza il viaggio in questa regione, è
necessario essere supportati da un solido e competente
tour operator, che sia in grado di superare le indubbie
difficoltà logistiche, e possedere una perfetta
conoscenza del territorio (ricordiamoci che esistono
ancora numerose zone minate) e dei problemi legati
alla sicurezza presenti in alcune aree di questo
paese.
Seconda
parte -->>
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