Africa
L'Africa di Continentenero Travel

foto foto dell'africaviaggi in africa Africamappe cartine africasiti confini africalibri tanzaniasolidarietà sud africatour operator sitemapsite map

 

 


Tchad… emozioni sahariane

di Davide Bergami e Antonella Bergonzoni

Viaggio effettuato dal 27/03/2002 al 12/04/2002

Scarica la mappa
prima parte seconda parte terza parte quarta parte quinta parte

 

… Certo che attraversando questo assolato ed inospitale deserto, ci è difficile pensare che in tempi passati qui vi era un habitat simile in tutto e per tutto a quello che noi possiamo vedere ora nei parchi africani dell'Africa orientale. Nel luglio del 2002, a viaggio abbondantemente concluso, la prestigiosa rivista Nature ed i maggiori quotidiani nazionali riportavano la notizia che proprio qui nell'Erg di Djourab un gruppo di ricercatori aveva scoperto un teschio, una mandibola e dei denti di un essere vissuto tra i sei e sette milioni di anni fa; probabilmente la più antica traccia appartenente alla famiglia umana mai trovata, che sposterebbe indietro nel tempo l'origine dell'umanità. La squadra al lavoro sul posto è composta da una trentina di persone tra geologi, sedimentologi e paleontologi provenienti da dieci paesi diversi, al comando del prof. Michel Brunet direttore della missione franco - tchadiana di paleoantropologia. Questo è il primo ritrovamento di un ominide in Africa centrale che le autorità locali hanno chiamato "Toumai", una parola in lingua Goran che significa "speranza di vita", normalmente usata come nome per i bimbi che nascono prima della stagione delle piogge.
Toumai potrebbe svelare i segreti di un periodo dell'evoluzione del quale francamente in questo momento poco o nulla si sa. Quanto al luogo gli scienziati sottolineano che gli altri ominidi ritrovati sono stati individuati esclusivamente in Africa orientale (nella Rift Valley a ben 2'500 km da qui e datati 2,5 milioni di anni fa), a differenza di questo trovato invece in Africa centrale. E' un'area che sette milioni di anni fa appariva molto diversa da oggi; era ricca d'acqua, solcata da grandi fiumi che scendendo dai massicci montuosi alimentavano grandi laghi e che con le numerose savane e praterie era l'habitat di numerose specie di animali.
Terminata la traversata del Djourab percorreremo una pista segnalata da fusti e copertoni che ci porterà nel luogo dove si trovava l'antico lago Borkou, dove vedremo i resti di diatomiti.
La diatomite o farina fossile non è altro che il risultato degli abbondanti resti fossili di alghe unicellulari chiamate diatomee, che sono presenti in tutti i tipi di acqua e nei terreni umidi; le pareti cellulari delle diatomee sono impregnate di silice.
Questa bufera di vento che spazza il deserto, trasforma l'aria in una coltre grigia a causa della polvere finissima simile al borotalco di diatomee, dietro la quale il sole è un pallido disco che non ferisce gli occhi. L'inusuale (per noi turisti occidentali) spettacolo naturale offerto dall'harmattan viene considerato dal gruppo non come un fastidio, ma bensì come una degna e magnifica conclusione del nostro viaggio. Una volta scesi dalla macchina, cercando di osservare attentamente il terreno circostante, riusciamo a trovare vertebre di pesci e grosse conchiglie, animali che popolavano questo antico lago prosciugatosi all'incirca trecento anni fa. La sosta di mezzogiorno ci vede consumare il pranzo all'ombra di una delle poche acacie che abbiamo trovato lungo il percorso; qui con il contributo determinante dell'harmattan abbiamo rilevato la temperatura massima del nostro viaggio: 44,9° all'ombra.
Ora si punterà decisamente su Kouba Oulanga, per riprendere lo stesso percorso lungo il Bahr el Ghazal, fatto in precedenza nei giorni addietro. Una volta attraversato il piccolo villaggio di Beurkia, ci allontaniamo di qualche chilometro per andare a posizionare il nostro campo. C'è da dire che anche la temperatura notturna ha subito un innalzamento dei suoi valori; all'indomani, mattina del 10/04, poco prima di ripartire con i nostri mezzi, alle sette circa abbiamo rilevato una temperatura di 31°, un buon auspicio per il proseguimento del cammino !!!
Ripercorreremo così di nuovo questo antico letto di fiume che lambisce antichi ammassi di dune morte in un paesaggio che è diventato a poco a poco saheliano, con i suoi numerosi e piccoli villaggi anche senza nome per noi viaggiatori di passaggio, qualche capanna, delle persone a piedi o con gli asini in cammino verso un mercato e i suoi pozzi d'acqua sempre affollati dai nomadi, che con gesti antichi di millenni, dissetano le loro mandrie. Una breve sosta a Moussoro, dove in una piccola bottega riusciamo a bere persino una coca cola bella fresca; l'ultima notte sotto le stelle la trascorreremo poco fuori il villaggio di Kouri Kouri.
Il rientro alla capitale avviene il giorno seguente 11/04 ripercorrendo la grande arteria che porta fino ad N'djamena; ora l'asfalto vola sotto le nostre ruote, con un rumore che ci appare a dir poco estraneo dopo tanti giorni passati nelle sabbie del deserto.
Arriveremo nel tardo pomeriggio al novotel la Tchadienne in tempo per una doccia ristoratrice ed un piccolo riposo. Verso le 03,00 del 12/04, con circa tre di ritardo, arriva il nostro aereo da Bamako che ci porterà ad Addis Ababa, per poi ripartire alla volta di Roma.
Durante il lungo viaggio di ritorno e nei mesi successivi, sentiamo di aver arricchito ancora una volta il nostro bagaglio di esperienza; la ricchezza che può darti un viaggio nel deserto è immensa, ed è una ricchezza che nessuna moneta potrà mai eguagliare e che nessuno ti potrà mai rubare. Ricordiamo ancora oggi ogni minimo particolare; il susseguirsi di paesaggi grandiosi, la spettacolare natura dell'Ennedi, i nomadi con il loro sguardo fiero ma anche purtroppo con un tenore di vita per noi francamente impensabile, le infinite distese di sabbia di questo mondo che ormai è parte di noi o anche l'immagine dei nostri autisti che si allontanavano per pregare rivolti verso la Mecca.
Nei nostri occhi rimangono le immagini di questi popoli che vivono da sempre nei luoghi più difficili ed inospitali del pianeta; popoli la cui cultura la si può cercare di capire anche attraverso uno dei suoi più antichi proverbi: "se vuoi conoscere molte persone puoi vivere nelle città, ma se vuoi conoscere te stesso vivi nel deserto".
Qui nel Sahara la gente muore, la vita continua e a volte fa bene rammentare che il massimo che possiamo aspettarci è un po’ di acqua e un po’ di ombra; al di là di questo, tutto è nelle mani di forze più grandi di noi. … Inshallah ...
Il deserto ci cambia, non può non cambiarci, quei luoghi, quelle scene di vita quotidiana le porteremo per sempre nel nostro cuore e rimarranno dentro di noi fino a che avremo memoria.

Note particolari
Tutte le mattine dopo la colazione, Andrea ci riuniva attorno alla cartina geografica per illustrarci l'itinerario e le eventuali difficoltà della giornata e per rispondere ai nostri numerosi quesiti.
Alla sera poi, dopo cena, ci si ritrovava a chiaccherare e diverse volte Andrea ci ha edotto sulla storia del paese, gli aspetti naturalistici, la situazione oggettiva e reale del lavoro nello stesso.
Ciò ci ha permesso di soddisfare le nostre numerose domande alle quali non potevamo dare risposte causa le scarsissime informazioni e la totale mancanza di guide su questo splendido paese. Tutto ciò ha ulteriormente arricchito e reso ancora più prezioso il viaggio con questa organizzazione, creando così tra noi un legame di fiducia e rispetto che raramente si riesce ad instaurare in altre situazioni simili.
Da notare inoltre che i pasti serviti al mattino, mezzogiorno e sera erano sempre molto equilibrati sia come qualità che varietà; ciò non per mettere in evidenza il nostro amore innato per il cibo in quanto siamo italiani, ma per mettere in risalto che un'alimentazione adeguata e varia in un ambiente così ostile, ha permesso a tutti di trascorrere in salute e senza nessun problema fisico neppure piccolissimo, tutta la vacanza, cosa assai rara quando si cambia anche per un breve periodo cibo e clima.

Ringraziamenti
Un grazie di cuore va ad Andrea Bonomo ed il suo staff, per la sua (e loro) professionalità e competenza, per averci fatto conoscere in modo approfondito questo paese e le genti che lo abitano, e per la sua completa disponibilità nei nostri confronti per tutta la durata di questo lungo ed emozionante viaggio nell'Ennedi.

Postfazione
Il viaggio in questa remota zona del Sahara è stato effettuato con Spazi d'Avventura, tour operator di Milano fondato da un medico milanese, Piero Ravà, che dal 1977 organizza viaggi spedizione principalmente nel deserto del Sahara. Questo è l'unico operatore occidentale presente nel paese, ed ha in permanenza nella capitale un proprio ufficio, mezzi fuoristrada, personale locale ed una guida italiana di Spazi d'Avventura forte di una lunga esperienza e di una profonda conoscenza del paese e delle popolazioni che lo abitano. Il gruppo di noi turisti era composto di 12 persone di tre diverse nazionalità: italiani, tedeschi ed una ragazza svizzera.


In viaggio con Continentenero Travel