Qualcuno
sta cercando di svegliarmi, una mano scuote
leggermente la mia spalla, l'aereo che sta per farmi tornare
in Africa è quasi pronto a scendere sulla pista
d'atterraggio. Ho terminato ieri sera di preparare gli
ultimi bagagli e subito sono partito per quest'ennesima
immersione in terra africana, idealmente mi sembra di
continuare il viaggio di quest'estate. Il Sahel ha l'aspetto
di un immenso arazzo sbiadito se lo osservi dal finestrino
di un aereo, percorrendolo scopri i colori: alberi verdi,
terra rossastra e una steppa gialla bruciata dal sole.
Il Sahel, è la parte dell'Africa occidentale compresa
tra il Deserto del Sahara a nord, e l'area occupata dalle
foreste a sud, e consiste in una vasta fascia orizzontale
che si estende dalla costa atlantica fin oltre i confini
del Ciad e del Sudan. Questa regione è da sempre
identificata con diversi nomi: zona semidesertica, savana
arida, savana semidesertica, ma il termine più
comune rimane sempre uno ovvero il Sahel. Sono
molti gli aspetti affascinanti di questa regione: si passa
dal clima arido del nord, alle foreste semi tropicali
del sud, dove le precipitazioni sono più abbondanti.
Il suo interno è ricco di diversità e di
ambienti accattivanti, i grandi fiumi della regione e
i massicci montuosi racchiudono particolari tipi di animali
e di flora. In Africa occidentale e in particolare nel
Sahel ci sono moltissimi gruppi etnici, ognuno con proprie
tradizioni, si passa dai Tuareg le popolazioni del deserto,
ai Mossi, gli abitanti della zona centrale del Burkina
Faso, dai Bambara il gruppo etnico maggiore del Mali,
ai Dan una popolazione della Costa d'Avorio, solo per
citarne alcune. Ogni tanto lungo la strada mi appare un
villaggio, e spesso vedo donne in camino. Portano sempre
grosse ceste sulla testa e bambini legati dietro la schiena.
Dove andranno?
Ieri a quest'ora ero a Roma
in procinto di partire, intento a gustarmi l'ultimo caffè,
ora sono per strada, lungo una strada africana! Il salto
è enorme e lo stacco dalla vita quotidiana è
fortissimo, sono in africa, lungo una strada africana,
ma non mi sono ancora ambientato, ho bisogno di qualche
giorno per entrare in contatto con questa realtà.
Oggi ho visitato Bamako, capitale di questa nazione, ieri
sera quando sono arrivato, la città dormiva e le
sue strade erano poco trafficate, immerse in un silenzio
irreale. Poche auto, solo qualche motorino ma nulla di
più, invece di giorno la città si trasforma,
all'alba le sue strade si animano e non ho parole per
descrivere quello che ho visto. Bamako in realtà,
è un enorme mercato a cielo aperto, dove ogni via,
ogni piazza, ogni strada è una parte di quest'enorme
commercio a cielo aperto. Si compra e si vende di tutto,
prodotti alimentari, vestiti, pezzi di ricambio per auto,
dolci ma anche motorini e biciclette. La città
ha strade piccole e marciapiedi inesistenti, con una circolazione
caotica e disordinata. C'è gente che cammina, che
spinge, che parla e che osserva, il tutto in un'affascinante
atmosfera africana. Auto, pulman, motorini e biciclette
si fanno largo lungo le sue strade tra cento e più
persone. Nei pressi del centro, vicino alla moschea, c'è
una zona che ha mantenuto tutto il suo antico fascino
inalterato nel tempo. Vicino a quest'enorme edificio si
trovano barbieri, venditori di scarpe e di tessuti e come
sempre, c'è chi vende i classici copricapo musulmani.
E' questo il punto d'incontro per gli abitanti, dove ci
si può; fermare a parlare, e dove s'incontra sempre
un amico. Subito dietro c'è il mercato delle erbe,
la vecchia medicina tradizionale del Mali, ci sono molti
venditori a quest'ora, a ogni banco c'è sempre
un "medico" che prepara la sua porzione d'erbe mediche.
Proprio accanto a loro c'è chi vende ossa, teste
d'animali, pelli e unguenti, sono usati per fare magie
o porzioni magiche. Il sole caldo di mezzogiorno e l'odore
di questi feticci, produce nell'aria un profumo non molto
piacevole. Poco distante da Bamako si trova Segou, un
luogo che merita una visita. Nella sua parte vecchia c'è
un posticino incantevole proprio sulla riva del fiume
Niger.
Il Niger è
il gran fiume che scorre nella regione. Questa
zona del villaggio ha mantenuto intatta la sua vita quotidiana,
le donne sono in riva al fiume a lavare i panni,
ai piccoli il compito di portare l'acqua nelle case. Sì,
le chiamo case anche se non lo sono. Sapevo a cosa andavo
in contro prima di partire, ma il primo impatto con la
cruda realtà rurale è sempre difficile.
Quando sono arrivato ho cambiato la loro tranquilla vita
quotidiana, si sono fermati tutti a guardare, tutti a
osservare lo straniero sceso dall'auto. Poi si sono messi
a parlottare, e come sempre sono arrivati di corsa i bambini
a chiedere biro e caramelle. Un signore anziano è
venuto a stringermi la mano, forse era il capo villaggio.
Ma è il fiume il vero spettacolo, un'imponente
massa d'acqua in movimento. Mi sono seduto un attimo sulla
sua sponda, proprio accanto ad alcune piroghe di legno.
Riuscivo a vedere bene l'altra riva e il verde degli alberi.
In lontananza c'era qualche animale che brucava, e alcune
persone che riempivano d'acqua i loro contenitori di plastica.
Il colore del fiume è marroncino, e la corrente
è molto forte anche in questa stagione arida. Se
penso cosa diventa questo corso d'acqua durante la stagione
delle piogge mi vengono i brividi.
Ma la giornata non finisce qui...
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