Le
isole della memoria con laria narcotica
(Mozambico estate 2005)
di Renato
Civitico
La
diversità e leterogeneo patrimonio di conoscenze
apportate da Arabi, Portoghesi e Indiani hanno creato un
miscuglio ed un arricchimento al complesso culturale dellisola,
ora quasi del tutto scomparso, ma visibile ancora nella
varietà degli stili architettonici delle abitazioni
e nella tradizionale cucina. Scoperta da Vasco de Gama,
che vi approdò nel 1498, lisola negli anni
successivi divenne unimportante base dapprovvigionamento
per le rotte commerciali sulla via delle Indie. La posizione
strategica favorì il suo sviluppo, che fu veloce
e imponente, tanto che i primi colonizzatori portoghesi
vi costruirono un grandioso forte militare, stabilendo sullisola
il controllo amministrativo della regione. Lisola
negli anni a seguire, divenne la capitale portoghese dellAfrica
orientale. Ibo è lisola più importante
dellarcipelago delle Quirimba, che è formato
da una dozzina di isolotti sparsi lungo la costa dellestremo
nord del paese, quasi al confine con la Tanzania. La collocazione
geografica dellisola e la sua particolare predisposizione
a porto naturale per le imbarcazioni della costa, furono
i principali motivi di sviluppo. Successivamente lisola
conobbe un grosso momento di splendore quando divenne uno
dei principali punti di smistamento per la commercializzazione
degli schiavi e dellavorio. Verso la fine dellottocento,
abolita la tratta, sullisola nacquero importanti società
commerciali, ma con il successivo trasferimento delle compagnie
sulla terraferma lisola sprofondò in una lenta
e inesorabile decadenza, perdendo rapidamente dimportanza.
"
cammino per le vie calpestando fine sabbia
bianca, quasi fosse polvere che si è depositata nel
tempo. Lungo la strada osservo i maestosi palazzi, che ora
sono solo i resti di un imponente passato e spesso mi fermo
ai bordi della via a godere di questatmosfera ovattata,
quasi narcotica che mi circonda. Le strade sono deserte,
dritte e squadrate. Lunghi rettilinei che sintersecano
tra loro formando vie a vie, anchesse lunghe e diritte.
Nessuna curva davanti a me, solo una costante linea retta
e continua, quasi monotona, che allinea case e palazzi.
Passeggio tra queste case dallatmosfera decadente,
che trasudano di storia e che portano inevitabilmente al
pensiero di un grande splendore oramai trascorso. I particolari
tetti piatti, che servivano a raccogliere lacqua piovana,
sono stati i primi a cedere in mancanza di una costante
manutenzione, ed ora delle vecchie dimore non rimane che
limponente facciata. La vegetazione ha invaso le case
abbandonate e gli alberi si sono insediati tra le pietre
degli edifici, minandone in parte le fondamenta. Limpressione
che si prova passeggiando qui è quella di vagare
in un nulla apparente, il nulla di un mondo divenuto fantasma,
ma dove improvvisamente qualcosa o qualcuno potrebbe presentarsi.
Segue...
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