Libia
di
Claudio Perotti claudiomail@tiscali.it
La
destinazione:
Da tempo desideravo intraprendere un viaggio dedicato al
deserto. Ho raccolto informazioni presso amici, conoscenti,
viaggiatori al fine di individuare la meta più affine
a ciò che andavo cercando. La scelta è caduta
sulla Libia. Oltre ad avere zone ove predominano stupendi
deserti di dune, la Libia offre siti di grande interesse
archeologico, basti citare Leptis Magna, Ghadames, i graffiti
del Methkandoush, le pitture preistoriche dellAcacus.
E
un itinerario che nasconde qualche disagio, quindi è
fondamentale essere profondamente motivati e consapevoli
delle caratteristiche di questo tipo di viaggio. A mio giudizio
la bellezza e lesperienza che se ne trae ripaga ampiamente
di quelle inevitabili scomodità che si sono dovute
affrontare.
Il
viaggio:
E durato 2 settimane, dal 15 al 29 marzo 2003. Ho
fatto parte di un gruppo composto da 7 persone.
Le
sistemazioni:
8
notti passate in tenda, 3 in albergo a Tripoli, 1 in casa
privata a Ghadames, 2 in capanne presso camping.
Gli
spostamenti:
Abbiamo percorso circa 1400 km su jeep 4X4. 700 km su un
pullmino. Un volo interno da Sebha a Tripoli.
Il
territorio:
Il nostro tour ha toccato la parte occidentale della Libia,
ossia la regione della Tripolitania per quanto riguarda
la zona costiera; la regione del Fezzan per quanto riguarda
la parte centro-meridionale delpaese.
Il
paesaggio:
Il deserto di dune è stupendo, ha esercitato su di
me un profondissimo fascino. Poi ci sono le sconfinate distese
di nere e lucide pietre basaltiche, le polverose spianate
di ciottoli, lalternarsi di dune e di scure guglie
rocciose, le acacie ed i cespugli che in alcune zone vincono
la severità del deserto, i verdeggianti palmizi che,
come un miraggio spuntano dalla sabbia, allimprovviso,
nella regione dei laghi.
Il
clima:
Notevole lescursione termica. Di notte ha sempre fatto
abbastanza fresco. Alcune volte freddo. In un paio di occasioni
la temperatura è scesa addirittura a solo 2 o 3 gradi
sopra lo zero. Di giorno si è arrivati anche a 35
gradi (al sole). Il vento è stato una presenza costante.
Quasi sempre piuttosto freddo e fastidioso, quando si trasformava
in brezza rendeva il clima estremamente piacevole. In un
paio di occasioni è stato caldo e forte: preludio
delle due tempeste di sabbia in cui siamo imbattuti.
I
pasti:
Cucina da campo. A parte il primo e lultimo giorno,
abbiamo sempre cucinato noi. Buona parte del vettovagliamento
è partito dallItalia. Oltre a pentolame ecc.
la scorta viveri era composta da pasta, minestre liofilizzate,
formaggi, insaccati, confetture e scatolame vario; cioè
tutto quanto potesse servire per unalimentazione opportuna
ed equilibrata. Pane, frutta e verdura li abbiamo acquistati,
quando possibile, sul luogo.
La
moneta:
La moneta locale è il dinaro libico. Conviene cambiare
allaeroporto o tentare preso qualche sportello bancario
sempre a Tripoli. Uffici di cambio non ne ho visti e le
banche fuori Tripoli potrebbero anche non cambiare (a noi
è successo a
Germa). I cambi
applicati sono stati i seguenti: 1, 392 Dinari per 1 $ e
1,535 Dinari per 1 €.
La
gente:
Da pochissimi anni il governo libico ha aperto le frontiere
al turismo. Ci sono stati momenti di chiusura totale. La
gente è ancora molto poco abituata al turismo, niente
a che vedere con gli approcci o gli assilli che normalmente
si vivono in altri paesi nordafricani più turisticizzati.
I libici sono più sulle loro, spesso li ho trovati
un po chiusi, indecifrabili. Molto spesso la nostra
presenza, destava curiosità. Per la quasi totalità
del viaggio ci siamo trovati in situazioni ove eravamo gli
unici occidentali nellarco di non so quanti chilometri
ed è quindi stato normale che fossimo "guardati",
ma questo è avvenuto sempre con molta discrezione
da parte loro. E un popolo profondamente religioso,
ma il fondamentalismo islamico non ha mai attecchito da
queste parti. Un importante aspetto di cui voglio raccontare,
è relativamente allinizio della guerra in Iraq.
Eravamo nella cittadina di Ghat, quando è giunta
la notizia. Posso affermare che né allora né
mai nei nostri confronti è stato manifestato nemmeno
il più piccolo segno di ostilità.
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